Ieri ho ricevuto una singolare domanda su Facebook, da un amico che si interessa solo fino ad un certo punto di digital marketing, uno “fuori dal giro”.
Domanda semiseria..di che vive un blogger?
Non dico che sono saltato sulla sedia.. ma quasi. Mi sono tornati in mente due articoli:
- The blonde salade diventa un media (Advertiser.it)
- La favola delle PR on line (Minimarketing.it)
In linea teorica un blogger campa di altro. Lavora e, a tempo perso, scrive. Prima delle 9 o dopo le 19 di solito. Un tempo, al massimo lo sviluppo di un blog serviva per attività di personal branding: faccio vedere che so fare qualcosa, qualcuno mi chiamerà (in questo marketing della mediocrità basta e avanza)
Il resto l’ha già raccontato Gianluca con il suo bel post, se io oggi dovessi intravedere dei modelli di business direi:
- Personal branding: promuovo me stesso e la mia attività di consulenza
- Advertising: scrivo articoli “generici e generalizzati” e punto a like e tweet pagandomi l’hosting o poco più con adsense e articoli sponsorizzati
- Influenza: mi piace un settore, lo conosco bene. Ho una “lista” (profilata) di utenti che posso “ingaggiare” su richiesta ed in qualche modo vendo la mia community
- Consulenza: conosco i media digitali e sono inserito in un circuito nel “settore x”, faccio da project manager e curo il (non conventional) media hunting per quell’azienda che ha bisogno di entrare in questi mondi
- Baratto: mi faccio spedire a casa prodotti (e servizi) e sopravvivo con questi
Nessuno è ormai più persuaso dal fatto che i blogger debbano essere degli angeli bianchi informali e silenziosi, credo però che questa fase sarà utilissima, la statistica sta lavorando di tagliola in tre direzioni:
- Qualcuno diventa un media, nessun rancore
- Altri si convertono ai social network, meno sbattimento
- Qualcuno rimane, si tornerà al 2005, benissimo
E comunque.. ne parlavamo già 3 anni fa…