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Alla scoperta del visual content marketing

Un content curator non può non accorgersene: i contenuti web stanno velocemente virando sempre più verso il linguaggo visuale. Meno parole, più immagini, più video, più…disegni e note grafiche.

Ho osservato attentamente le ultime frontiere del visual-content marketing in America, e l’evoluzione della diffusione di contenuti, soprattutto in tema di grandi eventi di formazione e/o informazione, è legato al fenomeno “visual recording” o “visual note taking” che-dir-si-voglia.

Le spinte motivazionali, nonché le necessità, di un nuovo linguaggio che abbraccia l’uso di colori, fogli e matita ha comunque un forte senso comunicativo: la grafica traduce in “non-parole” concetti, distilla i passaggi logici, scandisce i passaggi temporali di un enunciato o un concetto.

Inoltre, se ci pensiamo, di un evento di formazione ci portiamo a casa gli appunti (se non abbiamo twittato tutto il tempo), e avere il tutto tradotto in passaggi visivi istantanei durante l’evento o il corso è sicuramente un modo per assorbire al meglio le informazioni.

Le professioniste americane che ho studiato di più sono Kelly Kingman e Sunni Brown.

La prima è visual recorder per vocazione. Nel suo sito si legge che “il graphic recording aumenta la capacità di comprensione“. E’ chiamato anche visual note taking, white boarding o info doodling.

“Io – scrive Kelly Kingman – aiuto a energizzare e incrementare l’ascolto del pubblico in eventi, dando ad esso contenuti da condividere e conservare. Aiuto a facilitare la comprensione di informazioni complesse a gruppi distillandole e organizzandole visualmente. (…) Aiuto i team aziendali a collaborare e risolvere problemi usando mappe mentali che supportano i processi di design-thinking”.

La seconda (Sunni Brown) ha fondato una sorta di “movimento” globale, i Doodler Soldier. Sunni è convinta che il disegno, oltre a essere condiviso e a diffondere informazioni in maniera facilmente assimilabile, possa aumentare l’intelligenza e la capacità di comunicazione di ognuno di noi. In particolare, l’Infodoodling può essere contenuto visuale per “distinguere il tuo evento e la tua azienda; contraendo un ascolto più potente e infondendo un’esperienza multisensoriale; (…) costruisce un panoramica dell’intelligenza e della creatività” con materiale da condividere sui blog, social etc…

Ciò ha una grande potenza: perché non c’è tweet o blog-post che sostenga il paragone: il grande cartellone visual note del tuo intervento ha in sé la potenza del contenuto, delle informazioni e della comunicazione di esse, con alta percentuale di essere assimilate.

In Italia non abbiamo ancora visual noter di professione. Ma il disegno e la sua forza comunicativa in un certo senso “ancestrale” è stata impiegata di recente, proprio per gli stessi motivi che spiegano Kelly Kingman e Sunni Brown, in una campagna di promozione turistica chiamata Bibione4love.

Le note visuali hanno forte impatto mentale e grande potenzialità. A mio avviso saranno protagoniste nel prossimo futuro sempre più di contenuti digitali ad alto tasso di condivisione ed egagement.

 

Fonte immagine: http://kingmanink.com

 
 
AUTORE

Lara Badioli

Comunicazione digitale e storia dell’arte. Il mondo dell’accoglienza turistica e un pizzico di programmazione neurolinguistica. Frulla tutto, aggiungici una spruzzatina di storie da raccontare e una macchina fotografica vecchio stile. Sono sempre più convinta che accanto alla magica (e meravigliosa!) crescita della digitalizzazione delle informazioni serva un ritorno alla capacità di comunicare valore attraverso il cuore e i sentimenti.
 
 

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