HomeBlogBrandPrivate Labels: un caso di eccellenza (parte 2)

Private Labels: un caso di eccellenza (parte 2)

 

Coop Italia, infatti, ha focalizzato la propria offerta sulla marca commerciale, come strategia di sviluppo della propria identità, ma anche per condurre operazioni “socialmente utili” con impatto etico, ecologico e economico sul gruppo. Secondo AC Nielsen, i prodotti a marchio Coop valgono circa il 30% del totale delle marche commerciali in Italia, e possiedono il 19% della quota dei consumer goods in scatola. Questa strategia di marca commerciale si è tradotta nel tempo in un preciso posizionamento, con un unico stile grafico e una ben visibile politica in termini di controllo di qualità, valore e comunicazione.
Secondo Coop Italia (www.coop.it), i prodotti a marchio Coop devono rispettare alcuni criteri valutativi:
· Buono
· Sicuro
· Etico
· Ecologico
· Economico
Inoltre, Coop ha definito 8 tipi di prodotti:
1. bio-logici
2. eco-logici
3. solidali
4. fior fiore
5. crescendo
6. soluzioni
7. essere
8. senza glutine
Questa offerta ben definita si è tradotta anche nella strategia di comunicazione, lanciata nel 2006, in cui si sono enfatizzate prevalentemente la CSR (corporate social responsibility) e la positiva relazione qualità/prezzo dei prodotti.
Del resto i numeri parlano chiaro: nel 2004 un giro d’affari di 11,3 miliardi e una quota totale di mercato pari al 17,7% con una rete di 1276 punti vendita presenti in 17 regioni italiane.
Filippo Minelli per marketingarena

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