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Come mi piace l’employer branding

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Dopo aver letto che tra i benefit che Google offre ai propri dipendenti c’è anche il parrucchiere mi sono decisamente appassionata all’argomento. Va bene, cerco di darmi un tono un po’ più autorevole, bando alle chiacchiere. Passiamo a spiegare cosa si intende con questo concetto.
L’avrò sentito ripetere un milione di volte a lezione dal mio professore di Psicologia del lavoro, anche quella di Economia e gestione delle Risorse Umane non si è risparmiata: i talenti sono, per l’organizzazione, fonte per la costruzione di vantaggi competitivi durevoli. Le risorse umane sono, perciò, un elemento strategico per il successo; un importante asset intangibile che le imprese devono saper attirare, valorizzare ed essere in grado poi di tenere ben stretto. La capacità dell’impresa di creare ricchezza dipende dalle potenzialità e dalla conoscenza delle persone che vi appartengono [Savage, 1990].

Ecco che cos’è l’Employer Branding, una vera e propria strategia di marketing, “finalizzata a creare un’immagine aziendale coerente con l’identità dell’impresa come employer (luogo di lavoro), in sintonia con il target di riferimento e ben distinta da quella dei competitor, attraverso la quale attrarre e fidelizzare le persone di talento” (Eugenio Amendola, 2007). Esistono addirittura classifiche, come “Great place to work”, volte a stabilire l’ideal employer sia per i potenziali candidati, sia per i dipendenti stessi. E le aziende sono disposte a pagare per parteciparvi pur di promuovere l’appeal aziendale, sia all’interno che all’esterno.

Tale disciplina ben si sposa con la dimensione sempre più sociale della Rete ed ecco, quindi, che accanto a pacchetti di benefit, attività di team building, luoghi di lavoro più che confortevoli e servizi di ogni genere per i dipendenti, e talvolta per i loro familiari, si affiancano i social media e le community online.
La compagnia aerea Air France, ad esempio, ha creato una community online, Inside Air France, in cui i dipendenti possono postare testimonianze, aneddoti e il loro punti di vista, nonché formulare domande ed esprimere dubbi riguardo al lavoro e alle opportunità in Air France. È rivolto, quindi, anche ai dipendenti futuri che in questo modo hanno la possibilità di interagire con quelli attuali.
British Airways, invece, ha creato un network, British Airways Crew Community Forums, per mettere in relazione le 17.000 crew della compagnia favorendo, in questo modo, i rapporti tra i dipendenti che spesso soffrono il problema della distanza e riuscendo a migliorare il customer service. In questa intervista ( ) a Allen Huish, Employee Self Service e Intranet chief di British Airways, potete capire meglio di cosa si tratta.
La sociologia ci insegna che gli individui aggregati in gruppi, uniti da valori condivisi, sono più determinati a raggiungere obiettivi comuni. Le Intranet sono nate anche per questo e ora le aziende hanno a disposizione nuove opportunità per implementare in maniera strategica attività di Employer Branding: blog, wiki, social network, Ning, ecc. sono solo alcuni esempi.
Che la si condivida o meno, la rivoluzione comunicativa è in atto, con o senza controllo da parte delle aziende … tanto vale cavalcare l’onda, no?

Bene, vado a mandare subito il mio curriculum a Google! Voglio il parrucchiere!

per l’immagine: geekandpoke.typepad.com

 
 
 
 

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