Pochi giorni fa mi è capitato di vedere un video già cliccatissimo su Youtube; in un canile una giovane coppia sbircia con curiosità tra le varie gabbiette che ospitano dei teneri cuccioli; c’è l’imbarazzo della scelta. Tra tutti, però, quello che colpisce i due è un cagnetto che tiene un telecomando affianco alla zampetta. Per vincere la visibile perplessità dei suoi ipotetici/futuri padroni, il cane, premendo un tasto del telecomando, fa partire un video che mostra tutte le sue grandi qualità (molto umane) di perfetto animale domestico, capace di cucinare piuttosto che guidare. Il finale poi recita “Every home needs a Harvey!”. Davvero esilarante!
Subito ho pensato: “L’ha capito pure un cane che bisogna adottare una strategia di personal branding!”. Di questi tempi, in particolare, risulta essere un’ “arte” sempre più preziosa, visto che i tradizionali CV e la bella lettera di presentazione sembrano non soddisfare più di tanto gli esigenti datori di lavoro.
Ed ecco il proliferare di svariate, originali e, se vogliamo, anche bizzarre strategie di personal branding; curricula formato-canzone, videoclip, in versione power point, ma soprattutto le insolite tattiche per insinuarsi nella realtà online e aumentare così la propria brand reputation, come il riuscitissimo Brand’on Branding di Sara Ellan.
In particolare, Luigi Centenaro, nel suo blog, definisce alcuni di questi come casi di Rambo Branding, un concetto a mio avviso molto azzeccato per identificare una modalità non convenzionale per dare visibilità alla propria brand identity.
Insomma, é fondamentale concentrarsi, oltre che sulle proprie peculiarità, sul proprio valore, soprattutto su strategie di “promozione” efficaci e davvero originali. Il self-packaging deve risultare perfetto, un mix di estro e creatività tale da rappresentare un importante valore aggiunto per il brand called you.
Naturalmente, il social networking aiuta notevolmente il personal branding a ottenere popolarità, essendo uno strumento efficiente per gestire la reputazione online e per diffondere in maniera prettamente virale le idee creative per un brand personale.
Facebook, Linkedin, Twitter, MySpace in primis, ma anche i blog rappresentano dei mezzi semplici e facili da cui partire per attuare e, di conseguenza, monitorare la propria strategia di personal branding, utilizzabili con astuzia per ascoltare, condividere opinioni, interagire con un pubblico che servirà ad alimentare la qualità della brand reputation.
Allora che aspettiamo? Brandize ourself!!
Sara Mameli per marketingarena