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La predizione dei mercati azionari passa per la sentiment analysis

Ci aveva già provato due anni fa, ma l’idea non era risultata convincente e non si erano riusciti ad aggregare sufficienti investitori, ora invece, il prof. Johan Bollen è riuscito a sviluppare il suo progetto all’interno della società DCM Capitals (Derwent Capital Markets), ma vediamo di cosa si tratta.

Tutto si basa sull’idea che i mercati azionari siano, in maniera molto semplicistica, grandi gruppi di persone che decidono se comprare, vendere o risparmiare. La mente umana raccoglie un gran numero di informazioni e le traduce poi in una sensazione globale, in inglese “feeling” o “sentiment” (questa sarà la parola che useremo d’ora in poi). Il software di Bollen determina, su una scala da 1 a 100, recuperando una serie di parole chiave dai milioni di tweet giornalieri e applicando un algoritmo, quanto questo sentiment generale sia ottimistico o pessimistico e utilizza il valore ottenuto per prevedere l’andamento dei mercati: in pratica, vendi se le persone sono tristi, acquisti se sono felici.

Probabilmente molti saranno scettici, ma i risultati ci sono stati: Hawtin, CEO di DCM, ha ottenuto un aumento dei guadagni del 7% nei primi mesi del 2012.
Naturalmente sono già state sollevate alcune critiche, chi parla di violazione della privacy e chi teme un’azione da parte degli hacker che riuscirebbero ad influenzare i mercati azionari, agendo sui trend di Google e Twitter. A livello di privacy non ci dovrebbero essere problemi, visto che il software, a quanto ho inteso, analizza solamente ciò che scegliamo di rendere pubblico; mentre per quanto riguarda l’attività degli hacker, ci si dovrebbe preoccupare quando questo strumento comincerà ad essere utilizzato su grande scala.

Ma potrà questa piattaforma avere successo? Di certo il controllo dei dati e la loro elaborazione, stanno diventando strumenti fondamentali per il successo, basti pensare al valore che le aziende danno alle informazioni personali che Facebook possiede su ognuno di noi e che consentono di targettizare il pubblico in maniera molto precisa. Mi chiedo se per avere successo in un campo come quello della finanza sia sufficiente elaborare il sentiment espresso dagli utenti sui social media; affidarsi solamente agli utenti del web potrebbe non essere sufficiente e anche se la percentuale di successo delle previsioni del software è pari all’ 87,6%, non credo che nel lungo periodo potrà diventare uno strumento fondamentale, ma solamente una risorsa integrativa a quelle già disponibili a chi in borsa ci lavora quotidianamente.

Voglio però spezzare una lancia a favore del prof. Bollen, chissà che questa piattaforma, dal semplice utilizzo, non abbia aperto la strada a chi non ha avuto finora il coraggio di gettarsi nel mondo della finanza; se poi dovessi fumarmi i risparmi, saprò a chi rivolgermi!

 
 
AUTORE

Alessandro Giampietro

Scopro, alla tenera età di 20 anni, l’esistenza dei social media, delle startup e di quante genialate la gente si riesce ad inventare. Siccome la fantasia non è il mio forte, decido di raccontare cosa nasce dalla mente delle altre persone e di come mettono in pratica le loro intuizioni. Mi piace raccontare storie di uomini, donne, luoghi ed idee.
 
 

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