Io, Maxwell E. Snaberly, in condizioni di intendere e volere, lascio le seguenti disposizioni:
A mia moglie Rose, che spendeva denaro come se non ci fosse un
domani, lascio cento dollari e un calendario.
Ai miei figli Rodney e Victor, che spesero ogni decino che gli
davo in automobili stravaganti e donnine svelte, lascio cinquanta dollari in
monete da un decino.
A Jules, mio socio d’affari, il cui unico verbo fu spendere,
spendere, spendere, non lascio niente, niente, niente.
E agli altri amici e parenti che pure non impararono mai il
valore di un dollaro, lascio un dollaro.
Quanto a mio nipote Harold, che usava ripetere “Un penny
risparmiato è un penny guadagnato”, e altrettanto spesso diceva “Cacchio zio
Max, non hai idea di quanto rende una Volkswagen”, lascio il mio intero
patrimonio di cento miliardi di dollari.
Questo spot è uno dei simboli della rivoluzione creativa della pubblicità negli anni 60. Bill Bernbach ha spiazzato l’America ed è riuscito a far leva sulla popolazione che può spendere ma che non ama sprecare. Una volkswagen non ti toglie nulla, ma ti da molto. In un tempo in cui tutti credevano che gli americani non fossero interessati al risparmio, Bernbach ha puntato proprio alla fascia che non voleva gettare il denaro dalla finestra, accettando invece positivamente l’idea di risparmiare. Il maggiolino viene presentato come cosa atipica, alla fine del corteo di auto tipicamente americane in cui siedono uomini tipicamente “made in USA” o forse sarebbe meglio dire “self made in USA”. In fondo alla fila un personaggio atipico, l’unico che piange davvero, il simbolo di una nuova concezione della sfida alla massa, il nipote che guida una volkswagen. Uno spot degli anni 60 ci fa capire come un copywriting di qualità non sfigurerebbe nemmeno al tempo dei cartelloni pubblicitari che parlano e delle invasioni dei marziani guerriglia.
Un pò di nostalgia per questi vecchi commercial?
Giorgio
Fonte: per la traduzione “La comunicazione d’impresa”. U. Collesei