È di recente pubblicazione il comunicato stampa dell’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, secondo cui, in risposta all’esigenza di una pubblicità sui social più trasparente, è diventato necessario riscrivere le linee guida in riferimento alla pubblicità online.
Secondo l’Antitrust infatti l’advertising sul web e sui social deve essere più chiara. Quanto contenuto nel Codice di Consumo (il provvedimento emanato nel 2005 che raccoglie tutta la normativa a tutela del consumatore) decreta le disposizioni di legge da seguire per i contenuti pubblicitari di ogni tipo. Ciò comprende pure la pubblicità all’interno della rete e sulle varie piattaforme. Tuttavia, per quest’ultima la situazione legislativa risulta essere ancora piena di falle.
Chiariamo prima: cos’è l’Influencer Marketing e come funziona?
Nel mondo social, blogger e influencer sono coloro che la fanno da padroni. Si tratta infatti di personaggi la cui popolarità, proprio grazie alle piattaforme online e ai social media, è arrivata alle stelle. Seguiti da un elevato numero di followers, postano video, foto e i loro articoli su blog, vlog e social network. Spesso tra i contenuti pubblicati sono presenti prodotti dei loro brand preferiti. Questa pubblicità “involontaria” genera un interesse nei seguaci e la ricerca per i brand di maggior visibilità.
L’Influencer Marketing è realmente pubblicità sui social?
L’instaurarsi di una relazione tra blogger e followers porta questi ultimi a vedere nell’esperienza diretta e personale dell’influencer un consiglio per l’acquisto e non propriamente una reale comunicazione pubblicitaria. Non essendo inoltre sempre specificato il nome del marchio o del brand all’interno dei contenuti ciò che si ottiene è un messaggio confuso dal punto di vista delle finalità.
Che fare per contrastare il fenomeno e per ottenere pubblicità sui social più trasparente?
In collaborazione con l’Antitrust della Guardia di Finanza, l’AGCM ha inviato alcune moral suasion agli influencer più famosi e alle aziende dei marchi più visibili. In queste lettere il pilastro portante risulta essere quello secondo il quale la pubblicità si deve dimostrare riconoscibile come tale e pertanto trasparente. Identificandosi ora la pubblicità sui Social Media con il ruolo di occulta, il divieto che ne deriva verrà presto applicato.
Spesso infatti il messaggio che l’influencer trasmette è sinonimo di promozione voluta.
Pubblicità sui social più trasparente: quali sono i nuovi criteri da seguire?
Oltre a dover rendere ben riconoscibili ed evidenti la pubblicità e lo scopo promozionale, l’utilizzo degli hashtag con le relative diciture è parso un buon escamotage.
D’ora in avanti registreranno un gran numero di citazioni i tag e le parole chiave come:
- #sponsorizzato,
- #pubblicità
- #advertising
- #prodottofornitoda
(L’ultima da utilizzare in caso di una fornitura da parte della società depositaria del marchio).
Sarà necessaria inoltre una citazione anche al brand inserito e visualizzato nel contenuto social.
Questi tuttavia sono solo i primi principi cardine per contrastare il fenomeno della pubblicità occulta che, sino ad ora, anche sui social media, aveva trovato un comodo canale di diffusione. Aspettiamo gli sviluppi e le prime reazioni e, ovviamente, non mancheremo di aggiornarvi.