Di Sara Mameli
Il web advertising non è cambiato molto negli ultimi anni. Si riduce tutto ad un banale banner in un determinato punto di un sito web.
E, a pensarci bene, i banner sono sempre abbastanza fastidiosi e invadenti con i loro mini-video, suoni e quant’altro.
Questo modello di pubblicità, se fatta bene, funziona, ovviamente. Ma la verità è che sta cominciando a diventare obsoleto.
Il vero problema è che, nonostante “i progressi”, i banner sono ancora un modo per portare online il successo di un modello di business offline, e questo non potrà funzionare a lungo.
Di sicuro, non rappresentano l’unico modo per presentare il messaggio di un brand, considerando anche che i banner offrono una forma a senso unico di comunicazione.
Un modo alternativo di investire in pubblicità online è quello di provare a coinvolgere il potenziale cliente in qualcosa che, anche se collegato al brand, è percepito non come un tentativo di vendere prodotti o servizi, ma come una forma di intrattenimento.
Il modo migliore per perseguire l’obiettivo di un marketing interattivo è l’advergame.
Un gioco di questo tipo può comprendere nella piattaforma ludica delle mascotte del brand, attraverso le quali il giocatore diventa più consapevole della stessa marca in un ambiente giocoso. Ciò è particolarmente efficace per le marche che concentrano la loro attività intorno ai prodotti per bambini.
Oppure un marchio può utilizzare il social game come ultimo step di una campagna di marketing tradizionale. Ad esempio, con l’acquisto di un determinato prodotto si ottiene un codice per giocare un match online, il quale offre premi o servizi aggiuntivi.
Il giocatore può anche competere con altri utenti, finendo in una classifica settimanale o mensile; i primi classificati possono ottenere un codice promozionale per uno sconto valido per l’acquisto di un prodotto, un ottimo presupposto per il raggiungimento del viral marketing.
In particolare, il mondo dell’advertising online sta scoprendo un sistema davvero capace di conquistare l’attenzione dei destinatari del messaggio: inserire i brand all’interno dei social games presenti nei più popolari social network.
Il trend è in crescita; gli inserzionisti si sono accorti che, solo negli Stati Uniti, ben 56 milioni di americani si dedicano ai social games come CityVille, FarmVille, Bejeweled, MafiaWar, PetSociety e simili, incrementando il pubblico di Facebook e il tempo passato online. Uno dei punti di forza di questi videogame sta nella partecipazione attiva degli utenti, affiancata al desiderio di condividere l’esperienza di gioco con i propri amici, naturalmente a costo zero!
Pertanto inserzionisti, buyer e esperti di marketing hanno deciso di puntare su strategie innovative, da inserire all’interno di questo nuovissimo panorama, con la preziosa opportunità di targettizzare i propri destinatari. (Fonte)
La catena di negozi di abbigliamento H&M, ha pianificato una campagna di beni virtuali per anticipare la sua incursione nel marzo prossimo sul social game di Facebook Mytown. Questa campagna ha presentato la collezione di capi in denim e blu, chiamata Blues, invitando gli utenti a visitare un negozio H&M e comprare i capi preferiti.
Durante questo primo tentativo, circa 700.000 giocatori di Mytown hanno potuto esplorare luoghi come saloni di parrucchieri e centri termali vicino ai negozi H&M, dove hanno guadagnato punti utili per acquistare articoli firmati.
Un altro vantaggio degli advergame è il mondo mobile, il quale sta spopolando negli tempi. Piattaforme come IOS e dispositivi come Android fanno da terreno ideale per questo tipo di esperimenti.
Per esempio, il brand Audi ha colto subito la palla al balzo pubblicando un gioco di guida per iPhone (Audi A4 Driving Challenge), e la Volkswagen ha fatto un ulteriore passo in avanti chiedendo a Firemint, produttore di uno dei più riusciti giochi di guida per iPhone, l’app che vede protagonista la nuova Golf GTI 2010 (Real Racing GTI).
Tutto questo non è stato ancora sperimentato nella versione italiana dei social game. I brand nostrani dovrebbero pensare queste strategie come a un valido investimento di marketing, che includa un bilancio vero e proprio per finanziare gli sviluppatori.
Vedremo se gli esperimenti made in USA saranno capaci di stuzzicare la curiosità degli addetti ai lavori italiani (ed europei). Che ne dite?