È passata ormai una settimana dalla fine del festival di Sanremo e a risuonare a caso nella mia mente non è Un giorno mi dirai degli Stadio, ma la versione di Tu si ‘na cosa grande dello spot di Carpisa che irrompeva ad ogni pausa pubblicitaria. Prima di questo la mia persecuzione è stata la canzone della campagna Taste the Feeling di Coca-Cola, ma potrei citare moltissimi altri esempi.
Se anche voi avete questo “problema”, fate parte del 91% delle persone che ha una canzone in testa almeno una volta a settimana, secondo i dati di uno studio presentato alla X Conferenza Internazionale sulla Percezione Musicale.
Il fenomeno si chiama Earworm e James Kallaris, uno dei primi psicologi a studiarlo, lo definisce come un “prurito cognitivo” provocato da un qualsiasi motivetto orecchiabile, da cui si può trovare sollievo solo ripetendolo milioni di volte nella propria mente.
La musica in pubblicità è diventata un must sin dai suoi esordi nei mezzi di massa quali radio e tv e può servire a raggiungere obiettivi promozionali in diversi modi. Può essere utile ad intrattenere, dare continuità alla narrazione, favorire la memorabilità del messaggio, fornire una base al parlato semplice, targettizzare un prodotto/servizio e rafforzare la credibilità di un annuncio. Ma può anche essere costruita ad hoc per essere un Earworm?
La ricerca di Beaman e Williams ha dimostrato che non c’è nessuna correlazione tra le due cose e che non è tanto la canzone in sé ad essere più soggetta di un’altra a diventare un Earworm, quanto l’interazione di questa con il contesto in cui agisce l’ascoltatore. Dunque la chiave per la comprensione del fenomeno è il destinatario che entra in contatto con il motivetto. Proprio per questo motivo, e poichè il meccanismo avviene a livello involontario, è molto difficile studiare scientificamente il fenomeno.
Delle 103 persone intervistate da Beaman e Williams, tuttavia, la maggior parte ha dichiarato che i loro Earworm erano canzoni pop inserite in spot pubblicitari, videogame, film e serie tv. Maschi e femmine ne sono colpiti in stessa misura così come chi ha una formazione musicale rispetto a chi non ce l’ha.
Tra le tracce più canticchiate mentalmente sono state citate la canzone dei Puffi, la sigla dei Muppets, la colonna sonora di Titanic e svariati brani di Britney Spears. Non solo, anche Who Let the Dogs Out?, We Will Rock You, YMCA, The Lion Sleeps Tonight e It’s a Small Word After All sarebbero tra gli earworm più ricorrenti.
Per caso vi sono famigliari? Se non li avete mai avuti in testa, spero di non averveli fatti venire in mente con questo post!