Ci è capitato sotto il naso, proprio quando siamo riuniti a pianificare la nuova campagna di comunicazione, un documento di analisi del mercato pubblicitario. Si tratta di uno di quei documenti super mega analitici, pieno di serie storiche, grafici, statistiche e tendenze che i dubbi, invece di svanire, aumentano, raddoppiano, triplicano.
Qui sotto qualche numero che confronta il primo bimestre del 2013 con quello dell’anno passato:
- gli investimenti complessivi nell’advertising sono calati di quasi 162 milioni di euro, circa il 16,3%. Non male come inizio;
- contrazione a doppia cifra anche per quello che negli anni è sempre stato l’indiscusso re degli investimenti: la TV. –16,1%, con tutte le principali piattaforme con segno negativo, tranne i nuovi canali del digitale terrestre RAI;
- crescono gli investimenti sul canale web: +5,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Qui il calo degli investimenti nei principali settori. L’unico che ha beneficiato di un incremento degli investimenti del 10% è la Distribuzione, salita a quota 32,8 milioni.
Ci siamo soffermati infine su un’infografica GFK (sopra), che dimostra come tutti i parametri degli investimenti in comunicazione siano in una fase di transizione: dal 2009 al 2012 il consumatore ha spesso evitato l’ipermercato, per ridurre le tentazioni d’acquisto e razionalizzare la spesa.
Sono aumentati acquisti programmati e attenzione alle scorte, così come il controllo degli acquisti d’impulso. A conferma che le regole del gioco stanno cambiando.