Tra un assolo alla Freddie Mercury e robot più o meno grandi che muovevano i primi passi tra il corridoi di Rimini è iniziata la seconda giornata del Web Marketing Festival.
Cosa ci è rimasto impresso nella mente?
Qui qualche appunto.
Eventi: what’s next
Tra un’incertezza e l’altra, un esperimento riuscito e uno fallito, si sono riuscite ad inserire i primi paletti nel terreno per delimitare il territorio di ciò che è possibile costruire nei mesi a venire in questo settore.
Sempre in primo piano in queste giorni di formazione le emozioni: creare quell’irrefrenabile desiderio di “devo assolutamente esserci” è il primo pensiero che dobbiamo avere tutti prima di organizzare il prossimo evento, la ragione per cui una persona dovrebbe scegliere il nostro in mezzo a centinaia di altre possibilità.
L’evento digitale ha in realtà moltissimi vantaggi, dalla lead generation alla possibilità di estenderlo ad un pubblico oltre i confini geografici.
Dobbiamo capire bene di cosa vogliamo parlare, creare dei contenuti accattivanti e interessanti per fare in modo che le persone rimangano incollate allo schermo ad ascoltarci.
Come? Ricreando l’atmosfera di un evento dal vivo con tanto di emozioni e relazioni che attirino il pubblico e lo affascinino. Niente più sfondi bizzarri, “prova prova mi sentite?” e volti umani bloccati per secondi in improbabili espressioni. Anche se online, l’evento deve avere la stessa qualità visiva di uno spettacolo televisivo. Complicato? Sì! Irrealizzabile? Certamente no!
(L’abbiamo provato di prima persona quest’anno con il B2B Day, è venuto niente male, puoi darci un’occhiata qui)
Parlando di lead
È sempre bene sottolineare che “raccogliere lead è un valore, ma trasformarli in fatturato è il vero goal” e come ci insegna Churchill “da ogni crisi nascono grandi opportunità”.
Analytics non basta, serve un confronto costante con il cliente sulla qualità dei lead raccolti. È necessario coccolare il contatto ottenuto attraverso messaggi personalizzati e unici, sia che essi vengano letti in modo più personale in un email sia attraverso le campagne adv.
Mai dimenticarsi dei feedback dei clienti per riuscire ad ottimizzare il percorso d’acquisto. Alcune ricerche ci ricordano che il 66% dei clienti dichiara che la riprova sociale li ha resi più propensi all’acquisto di un prodotto e il 93% afferma che le recensioni online influenzano le loro decisioni di acquisto.
Dulcis in fundo
A conclusione della giornata l’intervento di Alberto Collet sulle User Personas e un nuovo metodo di profilazione del target basata sul principio dei Jobs To Be Done (JTBD). Le persone acquistano beni e servizi per portare a termine un compito. Per capire al meglio quali siano davvero i bisogni del consumatore e perché si comporta in un certo modo bisogna analizzare i micro obiettivi che potenzialmente esso dovrebbe raggiungere nella costruzione del percorso di acquisto.
Quali sono i principi?
- Le persone “assumono” un prodotto per portare a termine un JTBD, non per interagire con un’azienda.
- I JTBD sono stabili nel tempo anche se la tecnologia avanza.
- Le persone cercando prodotti che permettono di portare a termine i loro JTBD in modo più veloce e facile possibile.
- I JTBD aiutano a rendere l’innovazione più prevedibile.
- I JTBD possono essere utilizzati nei diversi ambiti di un’organizzazione.
Ma quali sono i reali benefici di un approccio di questo tipo? I Jobs To Be Done non risentono dell’evoluzione della tecnologia (voglio ascoltare il mio cantante preferito sia che mi trovi negli anni 70 con il disco in vinile che negli anni 90’ con il WalkMan della Sony che nel 2021 con Spotify), evidenziano la causalità perché seguono un percorso decisionale, aiutano ad uscire dai silos tra le diverse aree d’azienda.
La terza e ultima giornata ha visto sul palco del #WMF2021 Giorgio e Laura. Nel prossimo articolo il racconto dei loro interventi.