HomeBlogMarketing e ComunicazioneI veri nemici nella ricerca del lavoro

I veri nemici nella ricerca del lavoro

Il mercato del lavoro è diventato molto esigente e molto “risparmiatore”, poco disposto a rischiare e ad investire, molto impegnato a sopravvivere prendendo bocconi d’aria durante brevi emersioni.
I lavoratori cercano ancora la sicurezza nel posto di lavoro, una sicurezza temporale di entrate economiche, più che di carriera o di trasmissione di conoscenza, inoltre, sono poche le strutture che in questo momento aiutano i lavoratori ad una ricollocazione: “al momento non c’è niente, la richiamiamo appena avremo qualcosa!“.

L’idea di sicurezza che gli anni ’70 ci hanno ereditato oramai sembra diventare un sogno lontano, un mito infantile da cui dobbiamo staccarci. La vera sicurezza sono le nostre competenze e le nostre capacità di offrirle nel mercato del lavoro. Questo è possibile premettendo di possedere una buona autostima (non narcisismo) e delle competenze trasversali vendibili (usare il computer, sapere le lingue, conoscere buone tecniche di comunicazione, leadership, organizzazione del lavoro in squadra, ecc).

Gli atleti, in particolare per come hanno gareggiato Vezzali e la squadra di tiro con l’arco, delle Olimpiadi ci stanno insegnando una cosa importante: crederci e giocarsela fino alla fine.
Più crediamo in noi e in quello che sppiamo, più i nostri tentativi nella ricerca del lavoro sono maggiori e più precisi, più adatti alla situazione e difficilmente ci scoraggeremo, il problema è che spesso le persone non si conoscono, non fanno un vero bilancio di quanto sanno, o, se lo sanno, non lo propongono bene, perchè chiedono lavoro: per vincere non si deve chiedere, ma offrire! io devo offrire le mie competenze nel mondo del lavoro.

Il primo passo è proprio quello di cercare di conoscere se stessi e capire la stima che si ha verso la propria persona, se non sarà molto alta diventerà difficile proporsi, fare un’obiettiva valutazione delle proprie competenze e cogliere le positività delle proprie azioni. Ovvero, se ho una bassa autostima, ci crederò meno in quello che sto proponendo (me e il mio curriculum vitae), per cui ci porrò meno attenzione nel come farlo, venderò male le mie competenze, non darò una positiva valutazione a quello che so fare, ometterò più facilmente alcune informazioni che possono essere importanti, mi arrenderò più facilmente perchè considero i silenzi e i rifiuti come un giudizio negativo della mia persona, più che a una serie di altre circostanze.

Il secondo passo è quello di fare un oggettivo bilancio delle proprie competenze tecniche (per esempio la lavorazione del vetro con l’uso del lume) e poi di quelle trasversali. Presentarsi con tono di sfida o saccente, senza dare spazio alla mediazione, non saper comunicare quello che si sa fare, non riuscire a gestire la relazione col datore di lavoro o coi colleghi, può diventare un serio ostacolo nella ricerca del lavoro. Spesso non ci si rende conto di come sapersi relazionare con le altre persone sia una delle competenze più importanti, infatti i lavoratori che impiegano più tempo e/o fanno più fatica a trovare e mantenere un lavoro sono proprio quelli che fanno fatica a gestire i rapporti interpersonali.

Quindi, se leghiamo la bassa autostima alle poche competenze si rischia di ottenere un “marketig mix negativo”, ossia un vortice che scava sempre di più il fondo facendo razzia tutto intorno. La bassa autostima mi fa valutare negativamente le mie capacità e fa sì che io non ne veda altre, se non ho abbastanza fiducia in me rischio di non aumentare il numero delle mie competenze spendibili, oppure di non usare nemmeno quelle che possiedo già.

Vezzali ha vinto il bronzo perchè ha creduto fino all’ultimo di poter vincere una medaglia, dopo aver accettato d’aver perso l’oro ha lottato giocando ogni singolo secondo recuperando stoccata dopo stoccata i punti che la separavano dall’avversaria, tutti pensavano che fosse fuori dal podio tranne lei!
Credere in se stessi è un allenamento, comunicare in modo efficace pure. Magari non vinceremo le olimpiadi, ma sicuramente si otterranno dei buoni risultati rispetto a chi non si allena.

Credit for Image: Mondopallone.it

 
 
 
 

Vuoi scrivere per noi?

Contattaci per proporre un articolo o segnalarci un contenuto interessante.